Chi parla l’italiano STANDARD? Qual è l’ACCENTO PURO? Quanti DIALETTI ci sono?

Nella lezione seguente analizzeremo insieme la situazione linguistica italiana, facendo chiarezza su degli argomenti che affascinano molto sia gli italiani che gli studenti stranieri, ma che possono creare un po’ di difficoltà quando vengono affrontati, ovvero: cosa si intende per italiano standard (e come si contrappone ai vari dialetti), qual è accento puro e dove e da chi sono utilizzati.

Italiano standard, dialetti e accento puro: cosa sono, chi li usa e dove

Innanzitutto, chiariamo cosa si intende per:

Lingua Standard e Norma Linguistica

In genere, con il concetto di standard, in linguistica, ci si riferisce ad una lingua soggetta a codificazione normativa, usata come modello di riferimento per l’uso corretto e per l’insegnamento scolastico.

La norma linguistica, invece, secondo il linguista Claudio Giovanardi, può essere definita come:

«un insieme di regole che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti e scriventi (o perlomeno dalla stragrande maggioranza) in un determinato periodo e contesto storico-culturale».

Può essere, quindi, considerata come processo sociale e culturale che necessita di 3 elementi:

1) parlanti e scriventi professionali, che producono testi modello, generalmente ritenuti di gran valore.

2) autorità normative in fatti di lingua che forniscono istruzioni e correzioni, come, per esempio, l’Accademia della Crusca in Italia.

3) codici linguistici (grammatiche, dizionari, ecc.);

Lingua Standard e Dialetti

Dopo la premessa fatta sulla lingua standard, bisogna aggiungere che questa si oppone al dialetto.
Nel caso dell’Italia, possiamo contare migliaia e migliaia di dialetti, che costituiscono il patrimonio linguistico più ricco e variegato all’interno del panorama europeo.

Vediamo, ora, le principali differenze tra lingua standard e dialetto:

– la lingua standard gode di prestigio ed è associata al ceto alto, mentre i dialetti sono di solito stigmatizzati e associati al ceto basso.

– la lingua standard ha una norma codificata, mentre i dialetti non hanno una norma codificata.

– la lingua standard si usa a livello nazionale, mentre i dialetti sono regionali o locali.

– la lingua standard si usa sia livello scritto che a livello orale, mentre i dialetti hanno un impiego tipicamente orale.

Inoltre, è interessante sottolineare che, nella storia di più lingue, uno dei dialetti in cui era articolato un certo spazio linguistico sia diventato lingua standard.

Questo avviene quando uno dei dialetti, per una serie di ragioni, come:

  • essere parlato dalla classe dominante
  • dare vita a una vasta produzione letteraria
  • essere l’espressione di una comunità all’avanguardia nell’economia

comincia ad:

  • acquistare prestigio,
  • ampliare le sue strutture
  • estendere le sue funzioni,

fino a diventare una lingua pienamente elaborata ed essere promossa come il modello linguistico in cui si riconosce la società.

È questo il caso dell’Italia, in cui il toscano fiorentino, che era uno dei tanti volgari parlati in Italia, con il suo qualificarsi come standard, ha consentito agli altri volgari italiani di diventare dialetti.

Nota: Lingua volgare è un’espressione con la quale si indicano le lingue parlate da popolo nel Medioevo in Europa occidentale e derivate dal latino, in quanto il latino classico, a causa dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente e di una conseguente riduzione della comunicazione, si era evoluto in modo diverso di regione in regione

 

Origine dell’Italiano Standard e  Pronuncia

La varietà standard di italiano è basata sul volgare fiorentino del Trecento, che grazie al prestigio letterario portato da Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio e grazie alla supremazia economica e culturale raggiunta in quell’epoca da Firenze, acquisì carattere di lingua letteraria con i requisiti adatti per rispondere all’esigenza di una lingua unitaria adeguata a rinnovamento culturale rinascimentale.
Nella prima metà del Cinquecento, con le prime grammatiche del volgare che diffusero il modello fiorentino come lingua letteraria in tutta Italia, vennero stabilite le norme dell’italiano, segnandone la codificazione come lingua standard.

La pubblicazione di alcune opere influirono particolarmente nella standardizzazione dell’italiano, ovvero:

– “Prose della volgar lingua“, di Pietro Bembo, pubblicata a Venezia nel 1525,

– “La Grammatichetta vaticana” di Leon Battista Alberti

– la prima edizione del “Vocabolario degli Accademici della Crusca“, pubblicata nel 1612 (a cui seguirono nel tempo varie edizioni rivedute e accresciute)

Tuttavia, l’italiano standard non ha mai totalmente coinciso esattamente con il fiorentino e, anzi, dal Seicento, iniziò ad accogliere innovazioni di varia provenienza, distanziandosi ulteriormente dal fiorentino dopo l’Unità d’Italia.

Per quanto riguarda, invece, la pronuncia standard dell’italiano, la questione è leggermente complessa.

Gian Luigi Beccaria, infatti, afferma:

l’italiano di pronuncia standard è una realtà linguistica in buona parte astratta, comunque nettamente minoritaria nell’uso effettivo posseduto solo dal l’1% della popolazione italiana”.

E aggiunge:

 “in Italia, chi più chi meno, tutti parlano con qualche venatura regionale. Non c’è nessuno in Italia che possieda l’italiano standard come lingua materna.”

ATTENZIONE: Nonostante l’italiano derivi in buona parte dal toscano fiorentino, vi sono alcune caratteristiche nella pronuncia del toscano fiorentino moderno che si differenziano molto dalla pronuncia standard. Pertanto i fiorentini non dispongono di una pronuncia standard pura.

Infatti, quell’1% di popolazione italiana che padroneggia la pronuncia standard pura, menzionato da Beccaria, corrisponde a gente dello spettacolo, giornalisti e conduttori TV che hanno seguito corsi di dizione.

Ad ogni modo, la pronuncia standard non è un aspetto fondamentale per chi studia l’italiano; ciò che è davvero importante è parlare in maniera appropriata, usando strutture grammaticali corrette e un vocabolario adatto al contesto e la situazione. A questo proposito, vi consigliamo di approfittare della nostra offerta 2×1, in cui, a soli 69€, avrete accesso al nostro corso Italiano in Contesto e il nostro libro Italiano Colloquiale che vi aiuteranno ad apprendere l’italiano parlato nei vari contesti di ogni giorno e le espressioni più usate in contesti informali.

4 pensieri su “Chi parla l’italiano STANDARD? Qual è l’ACCENTO PURO? Quanti DIALETTI ci sono?”

  1. grazie,,,siete geniale, sto imparando la lingua , la mia madrelingua e lo spagnolo, e mai ho guardato un video cosi interesante,,come tutti questi che voi state emitendo….sono uno che parla l’italiano dal 1990,ma non ho mai aproffondito bene…adesso ho 70 anni, e come vorrei restare a vivere in italia, quale corso mi consigliaresti da fare.?? visto che sbaglio i verbi, ma ho una ricca quantita di parole che posso associare,,,,sono capace di capire in quasi un 90 per cento quando parlanno gli italiani,,ma so che parlo con molti svagli,,,,,tante grazie

    1. Lingua volgare è un’espressione con la quale si indicano le lingue parlate da popolo nel Medioevo in Europa occidentale e derivate dal latino, in quanto il latino classico, a causa dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente e di una conseguente riduzione della comunicazione, si era evoluto in modo diverso di regione in regione La varietà standard di italiano è basata sul volgare fiorentino del Trecento, che grazie al prestigio letterario portato da Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio e grazie alla supremazia economica e culturale raggiunta in quell’epoca da Firenze, acquisì carattere di lingua letteraria con i requisiti adatti per rispondere all’esigenza di una lingua unitaria adeguata a rinnovamento culturale rinascimentale. Nella prima metà del Cinquecento, con le prime grammatiche del volgare che diffusero il modello fiorentino come lingua letteraria in tutta Italia, vennero stabilite le norme dell’italiano, segnandone la codificazione come lingua standard. La pubblicazione di alcune opere influirono particolarmente nella standardizzazione dell’italiano, ovvero:“Prose della volgar lingua“, di Pietro Bembo, pubblicata a Venezia nel 1525, – “La Grammatichetta vaticana” di Leon Battista Alberti la prima edizione del “Vocabolario degli Accademici della Crusca“, pubblicata nel 1612 (a cui seguirono nel tempo varie edizioni rivedute e accresciute) Tuttavia, l’italiano standard non ha mai totalmente coinciso esattamente con il fiorentino e, anzi, dal Seicento, iniziò ad accogliere innovazioni di varia provenienza, distanziandosi ulteriormente dal fiorentino dopo l’Unità d’Italia. Per quanto riguarda, invece, la pronuncia standard dell’italiano, la questione è leggermente complessa. Gian Luigi Beccaria, infatti, afferma: “l’italiano di pronuncia standard è una realtà linguistica in buona parte astratta, comunque nettamente minoritaria nell’uso effettivo posseduto solo dal l’1% della popolazione italiana”. “in Italia, chi più chi meno, tutti parlano con qualche venatura regionale. Non c’è nessuno in Italia che possieda l’italiano standard come lingua materna.”ATTENZIONE: Nonostante l’italiano derivi in buona parte dal toscano fiorentino, vi sono alcune caratteristiche nella pronuncia del toscano fiorentino moderno che si differenziano molto dalla pronuncia standard. Pertanto i fiorentini non dispongono di una pronuncia standard pura.

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