In questa lezione parleremo di un argomento molto importante della grammatica italiana: i verbi modali. I verbi modali italiani (volere, dovere, potere e sapere), come in molte altre lingue, sono dei verbi un po’ speciali: possono essere usati autonomamente o seguiti dall’infinito di un altro verbo e ognuno di loro ha delle specifiche sfumature di significato. Inutile dire che sono molto comuni e sono utilizzati centinaia di volte al giorno. Però, proprio perché sono così comuni, è importante usarli correttamente. E non sempre è facile. In particolare, in questo video vedremo insieme 5 degli errori più comuni commessi con i verbi modali.
I 5 errori più comuni con i verbi modali
1. POSSO CANTARE o SO CANTARE?
Uno degli errori più frequenti commessi con i verbi modali riguarda la confusione che gli stranieri fanno tra POTERE e SAPERE.
In particolare, molti utilizzano il verbo “potere” al posto di “sapere” quando si parla di un’abilità.
Esempi:
Io posso cantare molto bene
Mia madre può cucinare divinamente
Voi potete ballare il tango argentino
Ma perché questo è sbagliato? Vediamo nel dettaglio il significato dei due verbi:
- Potere è utilizzato quando la capacità di svolgere o meno un’attività dipende dalla volontà di altre persone o da circostanze, restrizioni, obblighi esterni (ES: Giovanni non può nuotare perché la piscina è chiusa —> la chiusura della piscina diventa una circostanza esterna che non gli consente di svolgere un’attività)
- Sapere è usato per descrivere una capacità o un’abilità che qualcuno possiede perché l’ha acquisita nel tempo. In altre parole, quando parliamo di qualcuno che ha imparato a fare qualcosa (ES: Giovanni sa nuotare molto bene perché frequenta la scuola di nuoto da quando aveva 5 anni)
Facciamo un esempio finale per capire bene la differenza:
Giovanni sa nuotare, (abilità acquisita nel tempo)
ma dato che la piscina è chiusa, (circostanze esterne)
oggi non può nuotare.
2. SAI LUCA?
Un altro errore ricorrente è usare il verbo sapere al posto del verbo conoscere, in particolare quando si parla di persone.
Però, in realtà i due verbi si usano in casi molto specifici, quindi non vanno mai scambiati.
In particolare, quando si tratta di persone, non bisogna avere dubbi su quale verbo è più corretto utilizzare in italiano: si usa solo e sempre “CONOSCERE”.
Esempi:
Conosco Lucia da molti anni.
Finalmente i genitori di Stefania hanno conosciuto il suo fidanzato.
Inoltre, si usa CONOSCERE per indicare che si ha una buona conoscenza di luoghi, cose, concetti perché sono stati visti, studiati, esplorati.
Esempi:
Conosce tutte le poesie di Pascoli a memoria.
Conosco bene la città di Firenze perché ci ho vissuto per molti mesi.
Conosci un buon ristorante da queste parti?
Come si può vedere, CONOSCERE è sempre e solo seguito da un SOSTANTIVO, un nome. Mai da un verbo.
SAPERE, invece, indica che si è a conoscenza di qualcosa (fatti, informazioni, notizie), per caso o per determinate circostanze.
A differenza di CONOSCERE, SAPERE può essere seguito da un sostantivo ma anche da CHE/DI + un verbo.
Esempi:
So che vi siete parlati, ma non sono arrabbiata.
Sanno di essere nel torto e per questo sono disposti a fare qualsiasi cosa.
Non sappiamo gli orari dei treni: dovremmo cercarli sul sito.
3. DIMENTICARE IL SECONDO SIGNIFICATO DI “DOVERE”?
Un altro errore molto comune è quello di pensare a “dovere” solamente come un verbo modale.
In realtà, DOVERE ha anche un secondo significato, cioè: avere l’obbligo di fare qualcosa o essere tenuti a svolgere una certa attività perché si è in debito con qualcuno da cui si è avuto qualcosa e ci si vuole sdebitare.
Esempi:
Grazie per aver comprato i biglietti anche per noi: ti dobbiamo un favore!
Quanto le devo per la riparazione della mia auto?
Forse non te ne sei accorto, ma ti devo la vita!
Con questo significato, il verbo DOVERE è seguito da un oggetto diretto, un sostantivo o un pronome.
4. VORREI CHE TU FACCIA…
È risaputo che il congiuntivo crea molti dubbi, ma la situazione si complica quando nella frase principale c’è un verbo di volontà o desiderio (volere, desiderare…) al modo condizionale. Che fare?
Ebbene, in questi casi, non fatevi prendere dai dubbi perché, in quelle determinate condizioni (frase principale con verbo di volontà o desiderio al condizionale), per esprimere la contemporaneità nel presente, si usa il congiuntivo imperfetto e non il congiuntivo presente! Sempre! Sì, anche se stiamo parlando al presente!!!
Esempi:
Vorrei che tu venissi con me in farmacia.
Vorremmo che tu svolgessi il tuo lavoro più velocemente.
Vorresti che noi prenotassimo un massaggio anche per te?
5. NON POSSO PARLARE o NON RIESCO A PARLARE?
Ah… Questo verbo “potere”! Quanti problemi crea!
Prima abbiamo visto che viene spesso confuso con il verbo SAPERE per esprimere abilità.
Però, viene spesso utilizzato anche al posto del verbo RIUSCIRE. Ahi ahi ahi…
Il verbo potere, come detto nell’errore numero 1, esprime che capacità di fare qualcosa è dipendente da altre persone o da circostanze esterne.
Il verbo riuscire, invece, si usa per esprimere che la capacità, l’abilità di fare qualcosa dipende strettamente da noi stessi, dalle nostre abilità fisiche o mentali.
Esempi:
Non riesco a parlare perché ho mal di gola. —> non sono nelle condizioni di farlo a causa di un mio impedimento fisico
Non possiamo uscire oggi, perché dobbiamo finire il progetto. —> le circostanze esterne non ci permettono di farlo
Bene, questo è tutto per quanto riguarda i verbi modali e i 5 errori più comuni. Se questo articolo vi è piaciuto, andate a leggere anche quello sui 5 errori con la parola QUALCOSA.
E non dimenticare di leggere il nostro libro Italiano Colloquiale: Parole ed Espressioni per Tutti i Giorni!
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Ciao a tutti, questi verbi modali creano confusione perché sono sia verbi sia sostantivi, quindi verbi sostantivati (sapere, potere, dovere, volere si usano anche in forma di sostantivo). Che fare allora se si fa confusione tra il verbo e il sostantivo che indicano un modo (d’altra parte, il termine modale ha attinenza con il modo): non sarebbe meglio spiegare anche queste differenze e fare gli opportuni esempi al fine di evitare che in italiano ci si confonda e si sbagli grossolanamente in tutte le competenze (parlare, scrivere, leggere….) che sono richieste dal Quadro Comune Europeo per le lingue?
Sono certa che la bravura di Graziana unita a quella di Rocco farà risultare evidente l’errore da non commettere e poi ci sta bene un nuovo video in cui si parla di quanto sopra menzionato… A presto!!