L’ACCENTO nella LINGUA ITALIANA: Tonico e Grafico – Quando si usa? Come si usa?

In questa lezione parleremo di un argomento molto importante ed interessante, non solo per chi impara l’italiano come lingua straniera, ma anche per i madrelingua stessi! Si tratta di un argomento che in genere viene insegnato alle scuole elementari, ma che poi non viene più ripreso, perché viene dato per scontato. Sto parlando dell’ACCENTO! In questa lezione vedremo tutti i tipi di accento che esistono in italiano e come usarli correttamente!

L’italiano e i suoi accenti

Ebbene, forse alcuni di voi non lo sanno, ma gli italiani sono i primi a fare spesso errori quando si tratta di accenti. Per questo è importante conoscerli bene e imparare ad utilizzarli sempre correttamente se si vuole dimostrare di avere una buona padronanza della lingua italiana.

Accenti e dove trovarli

Una prima regola fondamentale che tutti devono sapere è che in italiano l’accento può cadere solo sulle vocali (e mai sulle consonanti).

Detto questo, bisogna sapere che l’accento si suddivide in due tipologie:

  • accento tonico;
  • accento grafico.

L’accento tonico è la messa in rilievo di una specifica sillaba, quindi è quello che SI SENTE.

L’accento grafico, invece, è il segno che si pone sopra alla vocale accentata nello scritto, quindi è quello che SI VEDE.

L’accento tonico

In italiano tutte le parole hanno un accento tonico, ovvero in tutte le parole l’accento cade su una sillaba, mentre solo alcune parole hanno l’accento grafico (in particolare, hanno l’accento grafico le parole TRONCHE, ovvero quelle in cui l’accento tonico cade sull’ultima sillaba, come: perché, caffè, più, già, ecc.).

Attenzione però! Non tutte le parole tronche hanno un accento grafico: vi sono infatti moltissimi monosillabi (parole con una sola sillaba) che non hanno alcun accento grafico! È il caso di tutte le preposizioni semplici (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) o parole come me, te, no, non, ecc.

Infine, va detto che vi sono anche alcune parole tronche che hanno l’apostrofo al posto dell’accento. In questi casi, l’apostrofo indica la caduta di una parte della parola: è il caso di po’ da poco, be’ da bene, va’ da vai, di’ da dici e così via.

L’accento grafico

Ma torniamo all’accento grafico, il quale, a sua volta, può essere di due tipi:

acuto (va verso l’alto, lo troviamo in parole come , perché, affinché, poiché, eccetera; indica che la E accentata va pronunciata CHIUSA)

grave (va verso il basso, lo troviamo in parole come , caffè, è, eccetera; indica che la E accentata va pronunciata APERTA)

Ad ogni modo, come abbiamo accennato, tutte le parole hanno un accento tonico, anche se non è rappresentato graficamente. Questo significa che, se vogliamo pronunciare correttamente le parole italiane, dobbiamo sapere dove cade l’accento! E non si tratta affatto di un compito semplice, perché quando una parola non possiede accento grafico, non è indicato in nessun modo dove cada l’accento tonico, dobbiamo semplicemente saperlo… oppure cercarla in un dizionario!

Un accento, ma tante parole

A questo punto, va detto che in italiano le parole si possono dividere in gruppi a seconda della posizione in cui cade l’accento tonico. Avremo quindi parole:

 Tronche

Quando l’accento tonico cade sull’ultima sillaba (questo è l’unico caso in cui l’accento viene rappresentato anche graficamente). Ad esempio, sono tronche parole come: caffè, poiché, né…

– Piane

Quando l’accento cade sulla penultima sillaba. Ad esempio, sono parole piane: matita, cartella, divano, gattino, televisione, mattiniero, mai, poi e così via.

– Sdrucciole

Quando l’accento cade sulla terzultima sillaba. Ad esempio, sono parole sdrucciole: telefono, pirofila, manopola, fabbrica, ciotola, eccetera.

– Bisdrucciole

Quando l’accento cade sulla quartultima sillaba. Le parole bisdrucciole nella lingua italiana non sono molte, ma sicuramente vi capiterà di incontrarne qualcuna. Ad esempio: edificano, lasciatemelo, telefonami, miagolano, compramelo e così via.

Simili, ma non uguali

È di estrema importanza sottolineare che l’accento, in alcuni casi, permette di distinguere il significato di parole che sono apparentemente identiche. È il caso di parole come:

– PRINCIPI (plurale di principe) vs PRINCIPI (plurale di principio).

– CAPITANO (il comandante della nave) vs CAPITANO (ovvero “succedono”) vs CAPITANÒ (“comandò, diresse”).

In questi due casi che ho citato, le parole si distinguono per la diversa posizione dell’accento. Vi sono però anche parole che si distinguono per la presenza di accento acuto o grave, che si trovi nella stessa posizione. Ad esempio:

– PÈSCA (E aperta, indica il frutto) vs PÉSCA (E chiusa, indica l’atto del pescare).

BÒTTE (O aperta, indica i colpi) vs BÓTTE (O chiusa, indica il barile).

In realtà, queste parole non vengono sempre pronunciate con E o con O aperta o chiusa come si dovrebbe; infatti, in alcune regioni italiane non vi è alcuna distinzione tra una parola e l’altra, perciò il significato lo si deduce semplicemente dal contesto, proprio come nello scritto! Tra l’altro, abbiamo inserito le E e le O accentate, ma non fatevi trarre in inganno: in questo caso servono soltanto per farvi vedere la differenza, ma normalmente l’accento non va mai scritto, perché non si tratta di parole tronche.

Infine, e con questo concludo, l’accento si pone su alcune parole per distinguerle da altre che altrimenti sarebbero identiche; questo è il caso, per esempio, di “dà”, terza persona singolare del presente indicativo del verbo dare, sulla quale si pone un accento per distinguerla dalla preposizione semplice “da”.

Come avete avuto modo di capire, l’accento in italiano è molto importante e può cadere su qualsiasi sillaba nella parola. Pertanto è fondamentale ricordare sempre dove cade l’accento, così da non sbagliare mai nel pronunciare le parole.

Adesso che sapete tutto sugli accenti, perché non migliorate un po’ il vostro vocabolario italiano e la smettete di dire sempre “DAVVERO”? Abbiamo realizzato un video in cui vi presentiamo tutte le alternative: non perdetevelo!

Vediamo se hai appreso i contenuti di questa lezione! Prova a fare gli esercizi!

Un pensiero su “L’ACCENTO nella LINGUA ITALIANA: Tonico e Grafico – Quando si usa? Come si usa?”

  1. Come sempre, un video veramente ben fatto, serve molto a ripetere cose note in teoria però non pronte a mano.
    Vi ringrazio moltissimo!
    Barbara

Rispondi