L’Italiano e i suoi limiti: 8 Cose che la Lingua Italiana NON può Fare

Non puoi masticare la gomma! Non puoi scattare delle foto qui. Non puoi mangiare ora! Non puoi ballare. Ahhh! È veramente frustrante e irritante sapere di NON poter fare qualcosa, non è vero? Eppure, ci sono sempre limiti a quello che possiamo fare: sono le regole della società. Ma sapete che questo non vale solo per le persone ma anche per le lingue? Eh già… Anche l’italiano ha i suoi limiti… Perciò in questo articolo vedremo tutte quelle cose che LA LINGUA ITALIANA NON PUÒ FARE!

Cose che la Lingua Italiana NON può Fare

Lo so, è dura da accettare…ognuno ha i propri limiti, anche la lingua italiana! Di seguito vi lascio una lista di tutte quelle cose che la lingua italiana NON può fare.

  • Fare una distinzione tra “ora” e un periodo di tempo più lungo attraverso i verbi

Sto studiando l’italiano

Sì, ok, ma quando? In questo preciso momento o in questo periodo?

Alcune lingue utilizzano forme verbali diverse per distinguere tra “ora, questo momento” e un periodo di tempo più lungo (una settimana, un mese, un anno..).

L’Italiano, invece, non ha questa distinzione: diremo sto studiando l’italiano sia se vogliamo dire che è ciò che stiamo facendo proprio nel momento in cui parliamo, sia se vogliamo dire che è una cosa che facciamo “in questo periodo” (da qualche mese o settimana), ma che non lo facciamo proprio nel momento in cui parliamo.

Perciò, per capire se si tratta di “ora” o di un periodo un po’ più lungo bisogna aiutarsi con degli avverbi o delle espressioni di tempo, quali ad esempio oggi, adesso, questo pomeriggio, questa mattina, da una settimana, nell’ultimo mese, in questo periodo, è da qualche giorno che

Esempi:

È da qualche mese che sto studiando l’italiano: mi piace molto!

In questo momento sto studiando l’italiano, perciò non posso uscire con voi.

  • Fare una distinzione tra “processo” e “risultato”

Alcune lingue utilizzano forme verbali diverse per esprimere al meglio ciò su cui ci si vuole focalizzare nella conversazione: cioè, è più importante il processo o l’aver completato un’azione?

Se vi dicessi Ieri ho letto un libro, dalle mie parole non riuscireste affatto a capire quale sia la cosa più importante: il processo di leggere il libro o il fatto di completare la lettura?

In altre parole, da quella semplice frase non si può capire se ieri abbia semplicemente passato del tempo a leggere qualche pagina o capitolo del libro, oppure se abbia ormai letto l’intero libro e abbia terminato la mia lettura.

Anche in questo caso, per essere chiari bisogna aggiungere ulteriori dettagli.

  • Salutarsi in modo diverso se ci si è appena incontrati o se si sta per andar via

Se vi chiedessi quale sia il saluto più comune in lingua italiana, sicuramente rispondereste Ciao!.

Per alcuni parlanti stranieri, tuttavia, è strano che in italiano non esistano modi diversi per salutarsi quando si arriva e quando si va via, come accade per esempio in lingua inglese con la distinzione tra Hi e Bye.

  • Fare una distinzione tra chi ospita e chi viene ospitato

Se vi dico Marta è la mia ospite, sto dicendo che io ospito lei a casa mia oppure che lei ospita me a casa sua?

Bella domanda, fuori contesto, non si può proprio sapere! “Ospite”, infatti, in italiano indica sia la persona che viene ospitata sia la persona che ospita!

In grammatica, il fenomeno si chiama enantiosemia, e ci sono molte altre parole che si comportano così! Non dovete imparare il nome grammaticale, ma certamente conoscere queste parole è importante!

  • Terminare le parole in consonante

Ogni parola italiana deve terminare con una vocale (a – e – i – o – u).

Le uniche parole in italiano che terminano con una consonante, sono quelle prese in prestito dalle lingue straniere. 

Eppure, molti stranieri concorderanno con me sul fatto che molti italiani, nella pronuncia di parole straniere, aggiungono un suono vocalico, che ovviamente gli italiani non sentono perché per noi è “normale” quella pronuncia.

Ad esempio, marketing sarà pronunciato dai parlanti madrelingua italiana come marketing-e.

  • Distinguere frasi interrogative e affermative senza affidarsi al tono di voce

In tantissime lingue, e non parlo solo dell’inglese ma anche di una lingua romanza come il francese, esiste la forma interrogativa, che di solito segue regole grammaticali differenti rispetto alle forme affermativa e negativa.

In italiano… no!

L’unica cosa che fa capire al nostro interlocutore che stiamo ponendo una domanda è la nostra intonazione.

Mangiamo un panino.

Mangiamo un panino?

Diverso è per la forma scritta, nella quale è possibile regolarsi attraverso i segni di interpunzione: il punto o il punto interrogativo.

  • Individuare una regione dove si parli il “vero” Italiano

Come probabilmente saprete, l’italiano attuale deriva dal volgare fiorentino, la lingua di Dante.

L’influenza di Firenze sulla lingua italiana è rimasta forte per secoli, tanto che nell’Ottocento, Alessandro Manzoni ha scritto I Promessi Sposi basandosi sul dialetto fiorentino. Lui parlava di “risciacquare i panni nell’Arno”, cioè “pulire” la sua scrittura dall’influenza lombarda e francese.

Tuttavia, dall’Unità d’Italia in poi (1861), l’importanza di Firenze e del fiorentino è pian piano diminuita.

Quindi, oggi l’italiano non è più davvero legato a Firenze. È ormai una lingua molto diversa da Nord a Sud con tutti i regionalismi.

A differenza di ciò che accade al francese, per cui la pronuncia parigina è considerata quella standard della lingua, la pronuncia fiorentina non è più ormai considerata la varietà di italiano più prestigiosa, così come nessun’altra lo è.

A riguardo, vi consiglio di dare anche un’occhiata al video sull’ITALIANO STANDARD, I SUOI ACCENTI E DIALETTI. E’ davvero interessante!

  • Esprimere il genere neutro

Come è possibile leggere sull’Enciclopedia Treccani, il neutro è un genere grammaticale che era presente nella lingua latina accanto al maschile e al femminile ed era usato per indicare oggetti ed esseri inanimati.

Mentre alcune lingue hanno mantenuto l’uso del neutro (penso al tedesco ad esempio), in italiano si conserva solo la desinenza plurale -a di alcuni nomi, che originariamente erano neutri plurali e oggi sono diventati femminili plurali: braccia, corna, mura, urla.

Nell’ultimo periodo, diversi studiosi di linguistica, si stanno interrogando sulla possibilità di introdurre il genere neutro in italiano, ma ancora non è successo e sinceramente non credo che accadrà. Secondo voi? Bisognerebbe inserirlo?

Dopo aver scoperto le cose che la lingua italiana non può fare e siete curiosi di imparare altro, date un’occhiata al video sulle cose bizzarre che fanno gli italiani! Sono sicura che vi divertirete!

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Un pensiero su “L’Italiano e i suoi limiti: 8 Cose che la Lingua Italiana NON può Fare”

  1. Graziana, Mi piace molto your videos and I learn so much. I am a beginning learner of the Italian language, A1/2. This video was most helpful. I like the idea of neutral words in Italian. Seems like less to remember when speaking , the conjugated verb, masculine/feminine forms, singular/plural forms. It’s a lot and slows down my speaking even more. Grazie mille for your lessons.

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