Parole ITALIANE che cambiano SIGNIFICATO per una sola LETTERA!

Sapevi che una sola lettera può fare la differenza quando si tratta delle parole italiane? Eh già… capita molto spesso, infatti, che cambiando una singola lettera in una parola, questa si trasformi in una nuova parola con un significato completamente diverso! Non ci credi? Continua a leggere! Non te ne pentirai!

Cambia lettera e cambia significato – PAROLE ITALIANE STRANE

1. DECIDERE o DECEDERE?

Quando si deve fare una scelta, prendere una decisione, in italiano usiamo il verbo “decidere”, ma fai attenzione a non confonderlo con il verbo “decedere” che è invece il sinonimo più formale di “morire”.

Ah, per chi non lo sapesse, “deciso” è il participio passato di “decidere”, mentre “deceduto/a” è il participio passato di “decedere”.

2 – SUPPORTARE o SOPPORTARE?

Apri bene le orecchie perché se scambi questi due verbi potresti finire per offendere qualcuno! Allora: “supportare” significa “sostenere”, “appoggiare”, “dare aiuto”; dunque è un verbo con significato positivo!

Per esempio, puoi supportare psicologicamente un amico che deve sostenere un esame o un intervento, quindi infondergli coraggio dicendo qualcosa tipo: “Dai! Andrà tutto bene! Ci sono io qui a supportarti! Vedrai che ce la farai!”

Fai attenzione, però, a non dire: “Ci sono io qui a sopportarti!”, altrimenti potreste anche litigare! Infatti “sopportare” qualcuno significa “tollerare”, “patire”, spesso con coraggio e rassegnazione.

3 – GUARDARE o GUADARE?

Starai pensando che tutti sanno che “guardare” significa “rivolgere lo sguardo su qualcosa”, ma sai invece cosa vuol dire “guadare”? No, non ce lo stiamo inventando! “Guadare” esiste e significa “attraversare un fiume o un qualsiasi corso d’acqua non nuotando, ma toccandone il fondo, per esempio a cavallo, a piedi o su un veicolo a ruote”.

4 – ONORE o ONERE?

Sicuramente la parola “onore” è la più nota tra le due: indica la “buona reputazione” di una persona. Per esempio, in passato, nel Medioevo, i cavalieri ci tenevano molto a essere considerati “uomini d’onore”.

Ma cos’è invece l’ “onere”? L’onere è sostanzialmente un sinonimo di “obbligo”, “impegno”, qualcosa che si deve fare necessariamente. Spesso è associato a questioni legali: per esempio, gli “oneri fiscali” sono le tasse che ogni cittadino deve pagare.

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5 – TESTO, TESTA o TESTE?

Un “testo” sappiamo tutti cos’è: “un insieme di parole che costituiscono uno scritto”. Una “testa”, invece, almeno in teoria, dovremmo averla tutti sulle spalle…

Ma cosa vuol dire “teste”? Beh, ovviamente “teste” è prima di tutto il plurale di “testa”, ma non solo! Infatti, devi sapere che “teste” nel linguaggio giuridico indica un testimone, “chi assiste o ha assistito direttamente a un evento” e dunque, avendone diretta conoscenza, può confermare o comunque fornire informazioni relazionate con quanto ha visto. Il plurale, in questo caso, è “testi”.

5 – GIOCARE o GIOVARE?

Giocare” è uno di quei verbi che si imparano all’inizio del percorso di apprendimento e significa “dedicarsi a un gioco per intrattenimento o divertimento”.

E “giovare”? Molti pensano che questo verbo non esista nemmeno, e invece sì! Ricordi il video del TEST sul vocabolario italiano in cui abbiamo spiegato il significato della parola “nuocere”? Ebbene, “giovare” è l’esatto opposto di “nuocere”, e cioè significa “fare bene”, “apportare beneficio”.

Per esempio:

Una passeggiata al mare giova a chiunque sia nervoso o stressato.

7 – PASTA, PASTO o PASTE?

Per “pasta” non serve davvero nessuna spiegazione… Ormai tutte le lingue del mondo hanno preso in prestito questa parola!

E “pasto”? Ovviamente non è il marito della pasta… Per “pasto” intendiamo “l’atto del mangiare che si compie ogni giorno a orari più o meno fissi”. Generalmente, in una giornata consumiamo 3 pasti: colazione, pranzo e cena.

E “paste”? Questo non è il plurale di “pasta”, visto che “pasta” è uno di quei nomi che non può essere contato, “uncountable” come dicono gli inglesi… Le “paste” invece sono dolci di piccole dimensioni, che in Italia consumiamo soprattutto la domenica dopo l’abbondante pranzo in famiglia! Per intenderci, “paste” è un sinonimo di “pasticcini”.

8 – SALTARE o SALPARE?

Questi due verbi hanno entrambi a che vedere con un movimento, ma hanno comunque significati ben distinti. “Saltare” significa “staccarsi da terra in una successione di movimenti comprendente lo slancio, l’elevazione e la ricaduta sul punto stesso di partenza o a poca distanza da questo”.

Salpare”, invece, è detto delle imbarcazioni e significa “togliere l’ancora, sciogliere gli ormeggi e partire”.

9 – DATA o DATO?

Questo è un errore abbastanza frequente tra gli studenti di italiano… Probabilmente a causa della loro lingua madre… In ogni caso, cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte.

La “data” (femminile, singolare) indica “le coordinate cronologiche (giorno, mese, e anno) in cui è accaduto o deve accadere un fatto”.

Per esempio:

La data dello sbarco in Normandia è 6 giugno 1944.

Il plurale di “data” è “date”.

E cosa è, invece, un “dato”? Si tratta di “un elemento offerto, acquisito o risultante da indagini, utilizzato per determinati scopi”.

Per esempio:

Una recente indagine pubblicata in Italia rende noto un dato allarmante, ovvero che all’incirca il 35 % dell’intera popolazione italiana compresa tra i 18 ed i 64 anni non mangia né pasta né pizza!

Il plurale di “dato” è “dati”.

Per esempio:

I dati emersi da questa indagine sono davvero preoccupanti.

*espressione del giorno*

È UN DATO DI FATTO: Questa espressione si riferisce a un elemento certo, inconfutabile, che non può essere smentito.

Per esempio:

Che sia in atto una crisi economica è un dato di fatto.

oppure

Il tuo essere costantemente in ritardo è ormai un dato di fatto.

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8 pensieri su “Parole ITALIANE che cambiano SIGNIFICATO per una sola LETTERA!”

  1. Ciao, avrei bisogno di un aiuto per una favola che sto scrivendo! E’ sbagliato dire: “Avrebbe trovato una nuova casa. Persone che lo amavano. Perchè l’amore può trovarsi dappertutto.” Posso usare “amavano” o per forza devo usare il congiuntivo?. Premetto che sto descrivendo i pensieri del personaggio, quindi lui è certo che le cose sarebbero andate bene e avrebbe trovato qualcuno che lo avrebbe amato finalmente. Grazie

    1. Ciao Leonardo! Perché sei indeciso tra indicativo e congiuntivo? E se invece usassi un condizionale passato come hai fatto nella frase precedente?

      1. perchè anche nelle frasi successive ho usato molto il condizionale, quindi per “alleggerire” in questa frase userei l’indicativo, ma ho il dubbio se sia corretto o no! Cosa ne pensi?Grazie

    2. Dipende se il personaggio parla di qualcosa che sarebbe potuto accadere nel passato ma che non è accaduto, puoi usare l’imperfetto; se invece parla di qualcosa che potrebbe accadere nel futuro devi mettere il congiuntivo “che lo avrebbero amato”. Ma la soluzione migliore per entrambi i casi è la seconda(il congiuntivo)

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