Cornetto, Brioche o Croissant? Qual è la differenza? Impara la storia e le caratteristiche!

È arrivato il momento di parlare di un tema che a noi italiani sta molto a cuore. Infatti, se c’è una cosa che, durante la giornata, proprio non possiamo saltare e a cui non riusciamo a dire di no, quella è la colazione: è veramente un momento sacro e nessuno lo deve rovinare. E qual è la colazione tipica degli italiani? Solitamente un caffè (o cappuccino), accompagnato da una brioche, o un cornetto, o un croissant… ma sono queste tre in realtà la stessa cosa? Ci sono delle differenze? Come si mangiano? Come si accompagnano? Adesso chiariamo tutto! 

Qual è la differenza tra cornetto, brioche e croissant

Da nord a sud con queste parole si intendono cose un po’ diverse, a seconda della zona. Però, in realtà, questi tre dolci sono diversi, e hanno delle caratteristiche particolari e specifiche. Una cosa però hanno in comune: sono buonissimi e ideali a colazione! 

Le principali differenze riguardano le ricette, e siccome per i LearnAmici solo il meglio, abbiamo deciso di ricorrere alla massima autorità in questo settore per chiarire tutto: La Cucina Italiana, una rivista storica di cucina, fondata negli anni ’20. Più autorevole di così…

Il cornetto

Cominciamo subito dal cornetto, ed in particolare, con la sua storia. Da dove viene? Il cornetto è il figlio di un dolce austriaco, il kipferl. Questo dolce è stato inventato nella Vienna del 1683. All’epoca, la città era sotto assedio da parte dell’impero ottomano (i turchi). Per colpire il nemico e abbattere le mura, i turchi hanno attaccato a notte fonda, scavando cunicoli con pale e picconi per andare a colpire le fondamenta. Gli unici uomini che erano svegli a quell’ora erano i panettieri: questi, sentendo il rumore degli scavi, hanno potuto avvertire l’esercito, che in questo modo ha respinto gli attacchi.

Come ricompensa è stato chiesto a un panettiere di celebrare la vittoria austriaca sull’impero ottomano con un dolce a forma di mezzaluna, simboleggiante la bandiera turca. Era nato il kipferl. A quel panettiere è stata concessa la vendita esclusiva di quel dolce.

I rapporti che legavano Austria ed Italia nel 1683 erano così intensi che in pochi anni quel dolce a mezzaluna arrivò in Italia, in Veneto, grazie ai commerci tra l’Austria e Venezia. Come tutti i figli però somiglia al proprio genitore solo esternamente. La forma è quella suggerita dal nome, un corno carino. Poi ha preso la sua propria direzione autonoma, come fanno tutti i figli, soprattutto per quanto riguarda la ricetta. Il cornetto si prepara con farina, latte, uova, zucchero, sale, burro e lievito. Si può mangiare sia vuoto, sia farcito: crema, marmellata, cioccolato, pistacchio, sono le farciture più popolari. 

Il croissant

Molti credono che il croissant abbia origini francesi, ma, mi dispiace, non è così. Anche il croissant, infatti, deriva dal kipferl, ma nasce solo nel 1838, a Parigi. 

La prima apparizione in Francia del croissant ha delle origini un po’ misteriose, ci sono due versioni più gettonate al riguardo:

  • La prima e più verosimile attribuisce il merito all’ufficiale austriaco August Zang, fondatore della Boulangerie Viennoise (Pasticceria Viennese) di Parigi attorno al 1839, la cui specialità era proprio il kipferl assieme a tutta la pasticceria austriaca. La sua tipica forma a mezzaluna ben presto fece mutare il nome in quello che a tutt’oggi conosciamo come croissant, ovvero crescente, come la luna.
  • La seconda e sicuramente più affascinante versione vuole che la famosissima Regina di Francia Maria Antonietta fosse così tanto legata alla sua colazione con il kipferl che quando si recò a Versailles non poté fare a meno di portarlo con sé. Il dolce piacque così tanto ai pasticceri di allora che fu subito adottato e trasformato in croissant. 

La differenza dal cornetto è che nella ricetta non ci sono uova (eccetto un po’ di albume spennellato per lucidarne la superficie) e che la dose di zucchero è minore. Questo lo rende più leggero e con un sapore più neutro, adatto anche per essere accostato a salumi e formaggi. Inoltre, il croissant ha una maggiore percentuale di burro (circa il 30-35% in più), che lo rende più friabile e sfogliato. In più, il croissant è mangiato generalmente vuoto, non farcito. 

La brioche

La brioche autentica è di origine (questa volta sì) francese. Nella sua versione dolce è molto ricca di burro e la sua forma è simile ad un piccolo pandoro rovesciato con una pallina di impasto sopra. 

La prima comparsa di qualcosa di simile alla brioche sembrerebbe risalire al Medioevo, durante il quale si preparava un dolce a base di farina, latte, uova, burro e lievito naturale.

Ma perché il nome “brioche”? Ci sono varie spiegazioni possibili: 

  • Secondo alcuni deriva dal termine “Briochins”, ovvero gli abitanti di Saint-Brieuc, dove veniva preparato questo panino;

  • Secondo Alexandre Dumas, invece, “brioche” deriverebbe dall’unione del termine “brie”, il formaggio francese che un tempo veniva inserito come ingrediente alla base dell’impasto e “oche” (fico), in riferimento a quella parte di impasto messa in testa al panino;

  • La più popolare e condivisa, però, sostenuta anche da Treccani, è che deriva dal verbo “brier” (impastare).

Come riconoscere se una brioche (o un cornetto o un croissant) è di buona qualità:

1 – se l’impasto è troppo chiaro e tendente al grigio, significa che è stata utilizzata la margarina invece del burro. La margarina costa meno ma è più scadente, ha una qualità inferiore;

2 – il colore esterno dovrebbe essere un nocciola ambrato, con riflessi decisi, che indicano la croccantezza della parte esterna;

3 – il cornetto (o croissant o brioche) perfetto dovrebbe essere morbido dentro e croccante fuori;

4 – la morbidezza interna è dovuta al lungo tempo di lievitazione (che lo rende più leggero e digeribile). Per verificarne la buona lievitazione, basta prendere il cornetto dalla parte interna tra due dita (indice e pollice) e schiacciarlo: se nel rilasciarlo l’impasto torna nella sua posizione originale, significa che il cornetto è lievitato bene, altrimenti… no!

5 – il cornetto perfetto ha una perfetta alveolatura nella parte interna, composta da buchi non troppo grandi né troppo piccoli, con gli strati non troppo spessi. 

6 – se l’impasto è stato realizzato con la margarina invece del burro, il cornetto avrà una consistenza più pastosa e si avrà la sensazione dell’impasto che si incolla ai denti, lasciando dei residui tra i denti. Con il burro, invece, tutto questo non succede, e sul palato non rimane nessun residuo, ma solo un’ottima sensazione.

7 – un cornetto di qualità è realizzato con pochi ingredienti: le etichette che riportano gli ingredienti non dovrebbero superare la riga e mezzo. Altrimenti… il cornetto non è così naturale o artigianale come vogliono farvi credere. 

Adesso che conoscete la storia e le differenza tra il cornetto, la brioche e il croissant, perché non scoprite anche tutti i tipi di caffè italiani e le loro differenze? Ce ne sono davvero molti!

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