Se c’è una locuzione che tutti gli stranieri vogliono utilizzare quando parlano italiano, quello è VALERE LA PENA. In effetti, siccome noi italiani lo usiamo molto spesso, per uno straniero questo è uno di quei verbi che fa subito suonare il proprio italiano più naturale. E fin qui siamo tutti d’accordo. Il problema è che questa è una costruzione verbale molto particolare, molto facile sbagliare. In questo video vedremo insieme i 5 errori più comuni fatti dagli stranieri (e anche da qualche italiano) con il verbo VALERE LA PENA.
Come usare VALERE LA PENA
Innanzitutto, cosa significa questa locuzione in italiano?
Dunque, VALERE LA PENA significa “convenire, essere vantaggioso, meritare l’impegno e lo sforzo che richiede”.
E adesso vediamo un po’ come si usa e quali sono gli errori più frequenti commessi con questa locuzione: comincerò da quelli apparentemente più comuni tra i principianti, e poi pian piano vedremo gli errori commessi anche dagli avanzati e da qualche madrelingua!
1 – è vale la pena
Un errore che noto spesso è l’uso di “vale la pena” come se fosse un aggettivo, quindi insieme al verbo “essere”.
Questo uso è completamente sbagliato, perché l’espressione “vale la pena” ha già il suo proprio verbo (“valere”), quindi non ha bisogno di un altro!
Una cosa può “essere” conveniente o “essere” vantaggiosa, ma una cosa può “valere” la pena.
Ad esempio:
Un film vale la pena.
Viaggiare vale la pena.
Gli studi valgono la pena.
Come potete notare, il verbo “valere” concorda in base al soggetto, cioè la cosa che è conveniente.
Se quello che “vale la pena” è già stato menzionato prima e non vogliamo ripeterlo, useremo “valere la pena” con la particella NE, che vi fa riferimento ma evita la ripetizione.
Ad esempio:
- Pensi che dovrei guardare l’ultimo film di James Bond?
- Oh sì! Ne vale assolutamente la pena!
- Secondo te, gli studi di Medicina sono una buona opzione per i giovani?
- Sono duri, ma ne valgono la pena, sicuramente.
2 – valuto
Un altro degli errori più comuni riguarda il participio passato del verbo.
Sento spesso dire cose come “Ha valuto la pena”.
Ebbene, è sbagliato. Infatti, il participio passato del verbo “valere” è VALSO.
… e questo ci porta subito a parlare di un’altra questione, completamente relazionata:
3 – ha valso o è valso?
Cioè, il verbo “valere” prende l’ausiliare “essere” o “avere” nei tempi composti, come per esempio il passato prossimo?
Nella forma “valere la pena”, il verbo prende come ausiliare “essere”.
Ma vediamo un po’ come si può utilizzare in contesti reali.
- Se il soggetto è presente nella frase, il verbo concorderà con lui:
Quel viaggio in Thailandia è valso la pena, perché ci ha permesso di scoprire nuove culture.
Tutti i miei sacrifici sono valsi la pena, perché mi hanno permesso di essere qui. (—> sono valsi, perché concorda con “i sacrifici”)
Devo dire, però, che si usa meno spesso così. Si usa più frequentemente nella forma che stiamo per vedere.
- Se “valere la pena” si riferisce a tutta la frase precedente, si userà con la particella NE, nella forma —> ne è valsa la pena (come vedete, in questo caso il participio passato “valsa” è femminile singolare, concordato con “pena”).
Ad esempio:
Il viaggio in Thailandia è stato lungo è difficile ma ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto nuove culture.
Ho fatto molti sacrifici per arrivare qui, però ne è valsa la pena. (—> fare tutti quei sacrifici è stato vantaggioso per me)
4 – vale la pena o vale la pena di?
La forma più comune di usare questa struttura è “valere la pena” + verbo all’infinito, che indica ciò che è vantaggioso e conveniente.
Il dubbio, però, che gli stranieri (e molti italiani) hanno è: VALE LA PENA fare qualcosa oppure VALE LA PENA DI fare qualcosa?
Le grammatiche e le massime autorità della lingua italiana dicono che la forma più corretta è VALERE LA PENA DI + infinito, come si trova molto spesso nella letteratura:
Allora Guglielmo decise che valeva la pena di non dargli respiro. (Umberto Eco, Il nome della rosa)
I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per star dietro ad un proprio desiderio. (Alessandro Baricco, Castelli di rabbia)
Le uniche donne che vale la pena di sposare sono quelle che non ci si può fidare a sposare. (Cesare Pavese)
Tuttavia, anche la forma senza la preposizione “di” è piuttosto diffusa, sia nell’italiano scritto che in quello parlato:
Vale la pena piangere solo se di felicità. (Carmine Colella)
Nichilismo è sentire che al mondo non c’è nulla per cui valga la pena essere pessimisti. (Giovanni Soriano)
Perciò, sta a voi scegliere quale forma usare.
Apro una piccola parentesi:
Quando è necessario esprimere il soggetto, si può ricorrere alla forma esplicita, “più forte”: VALERE LA PENA CHE + congiuntivo.
Ad esempio:
Vale la pena (di) imparare l’italiano perché è una lingua bellissima.
Vale la pena che voi impariate l’italiano perché è una lingua bellissima.
Come vedete, nella prima frase non c’era un soggetto in particolare che doveva imparare l’italiano, era una frase molto generale, che valeva per tutti.
Nella seconda frase, invece, volevo sottolineare chi deve imparare l’italiano, il soggetto, e cioè “voi”. Perciò è necessario utilizzare la forma esplicita con il congiuntivo.
5 – ne vale la pena (di)
Ultimo errore che spesso gli stranieri (e diversi italiani) fanno è usare la forma “ne vale la pena (con o senza di) + verbo all’infinito”.
Ad esempio:
Ne vale la pena di visitare il Giappone, perché sembra un Paese molto interessante. (O: Ne vale la pena visitare il Giappone…, ugualmente sbagliata).
In effetti, è sbagliato! Perché la presenza del “ne” quando c’è già il “di” è ridondante. La forma corretta sarebbe:
Vale la pena (di) visitare il Giappone, perché sembra un Paese molto interessante.
O, eventualmente, riformulare la frase:
Bisognerebbe visitare il Giappone: ne vale la pena perché è un Paese molto interessante.
Ma non insieme!
Bene, questo è tutto per questa forma verbale: fatemi sapere nei commenti se vi è stato utile e scrivetemi anche se ci sono delle altre forme verbali come questa che vi creano molti problemi, così posso riassumere le cose più complesse in un video come ho fatto per questo.
Inoltre, non dimenticate di scoprire anche quali sono gli errori più comuni che gli italiani commettono quando scrivono o leggono!
E non dimenticare di leggere il nostro libro Italiano Colloquiale: Parole ed Espressioni per Tutti i Giorni!
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Spiegatemi per favore in questo esempio vale la pena è in terza persona sing: ci sono delle grotte che vale la pena di vedere… e poi c’e questo esempio:Ma non ci importa, perché sappiamo che i risultati valgono la pena. il monte Vettore e il Lago di Pilato sono solo due dei numerosi siti che valgono la pena vedere.quale e giusto e quale sarebbe la regola? Grazie
molto utile — c’è un piccolo errore qui: 4 – vale la penna o vale la pena di?
Vale la pena ascoltarti Filomeno!
Eccellente! Grazie!