La punteggiatura è veramente importante quando si scrive affinché l’altro possa capire senza difficoltà né fraintendimenti quello che vogliamo dire. Per fortuna, in italiano le regole di punteggiatura sono poche e vi basterà questa semplice lezione per impararle tutte e scrivere bene, in qualsiasi contesto!
Regole di punteggiatura italiana
Prima di cominciare voglio farvi vedere un paio di esempi su come la punteggiatura può cambiare totalmente il significato di due frasi apparentemente identiche:
1 – Andiamo a mangiare, nonna! / Andiamo a mangiare nonna!
2 – Giornata difficile da dimenticare! / Giornata difficile, da dimenticare!
Anche se, a prima vista, queste frasi possono sembrare identiche, in realtà hanno significati completamente differenti!
Vediamo le prime due: se dite “Andiamo a mangiare, nonna!” (notate la virgola prima di “nonna”?) significa che vi state rivolgendo alla vostra nonna, la state chiamando per invitarla a mangiare o avvisarla che state andando a mangiare. Se, invece, dite “Andiamo a mangiare nonna!” (senza virgola), significa che state invitando qualcuno che è con voi a mangiare la vostra povera nonnina, come pasto!
Passiamo alle altre due frasi: se dite “Giornata difficile da dimenticare!” (senza virgola), significa che volete sottolineare il fatto che la giornata di cui state parlando sarà difficile da dimenticare, perché magari è successo qualcosa di abbastanza importante, brutto o bello che sia. Se invece dite “Giornata difficile, da dimenticare!” (con una virgola nel mezzo), significa che la giornata di cui state parlando è stata molto brutta e che per questo deve essere assolutamente dimenticata! Notate la differenza?
Usare male la punteggiatura può creare grandi problemi di comprensione, perché chi legge capirà una cosa diversa da quella che volete dire!
Cerchiamo di chiarire quali sono i principali segni di punteggiatura in italiano: il punto, il punto interrogativo, il punto esclamativo, il punto e virgola, i punti di sospensione, i due punti, la virgola, le virgolette, il trattino e le parentesi.
1 – LA VIRGOLA
La virgola segna una breve pausa nella frase. Si tratta di un separatore che viene spesso utilizzato per far respirare il lettore (se si legge a voce alta) e dare ritmo alla frase. Ecco i casi in cui si usa:
- quando si stila una lista, si pone una virgola tra i vari elementi, tranne tra gli ultimi due, dove invece va messa una “e”.
Per esempio: “Sono andata al supermercato e ho comprato mele, arance, miele, carciofi, pane, marmellata e patate”; - dopo un elemento all’inizio della frase che fa riferimento a qualcosa precedentemente detto o conosciuto.
Es: “Detto questo, dobbiamo pensare al futuro…”
“Fatta questa breve precisazione, possiamo iniziare lo spettacolo!”; - per isolare una parola o un’intera frase che offre informazioni aggiuntive non indispensabili. Es: “Paolo, il ragazzo di cui ti ho parlato, è appena tornato da Parigi.”;
- dopo il nome del luogo nell’indicazione delle date .
Es: “Roma, 10 luglio 2010”. - prima di preposizioni o congiunzioni per cambiare il ritmo della frase o accentuare un significato che si desidera dare.
Es: “Lo farò, ma ho bisogno di tempo!”
“Penso sia una buona soluzione, per te e per me”; - nel periodo ipotetico per separare le due frasi.
Es: “Se stasera esci, chiamami!”;
Se non sai o ricordi che cos’è il periodo ipotetico e come funziona, abbiamo scritto un articolo che lo spiega!
Un dubbio che in molti hanno è: bisogna mettere la virgola prima della congiunzione “e” oppure no?
Per esempio, si scrive: “Non sono ancora andata a trovare Sergio dopo l’incidente e penso che non ci andrò per il momento” oppure “Non sono ancora andata a trovare Sergio dopo l’incidente, e penso che non ci andrò per il momento”?
Non c’è una vera risposta a questa domanda.
Persino la Crusca ammette che si tratta generalmente di una scelta soggettiva e opzionale. Si può inserire la virgola prima della “e”, se si ritiene che sia necessaria una pausa nel flusso della frase o una maggiore enfasi per un determinato elemento della frase o, ancora, per creare un ritmo più dinamico, ma è spesso non indispensabile.
2 – IL PUNTO
Il punto indica la fine di una frase e, di conseguenza, una pausa decisamente più lunga rispetto alla virgola.
Ecco qualche regola d’oro da sapere sul punto:
- ad eccezione dei titoli (di articoli, libri o film), ogni frase deve sempre terminare con un punto.
Es: “Lucia è una bellissima ragazza. Non pensavo che saremmo diventate amiche, eppure è successo. Le voglio molto bene.”; - la lunghezza di una frase, prima del punto, è sempre una scelta personale, ma è comunque consigliabile non esagerare mai se si vuole evitare di stancare il lettore e creare fraintendimenti;
- la parola che segue il punto deve sempre iniziare con una lettera maiuscola.
Es: “Sergio e Luca sono amici da tanti anni. Non hanno mai litigato perché vanno molto d’accordo”.
3 – I DUE PUNTI
I due punti hanno la funzione di introdurre o annunciare qualcosa. Per esempio:
- un elenco, un’enumerazione o una citazione.
Es: “Penso proprio che abbiamo invitato tutti alla festa: Luca, Stefania, Piero, Vincenzo, Lucia, Marta e Giulio.”
“Il mio motto è: Rispetto per tutti, paura di nessuno!”; - la causa di qualcosa, una spiegazione, un chiarimento.
Es: “Non mi è piaciuta la torta: era troppo asciutta”
“Penso che salterò la cena e andrò direttamente a letto: ho lavorato tutto il giorno e sono stanchissima”
Ricordate che è meglio evitare di ripetere i due punti nella stessa frase cercando, dove possibile, di sostituirli con un “perché” o riformulando la frase stessa.
Per esempio:
“Sofia non ha molta voglia di ballare: è stata una settimana difficile per lei perché il suo fidanzato ha avuto un incidente con la moto”.
4 – IL PUNTO E VIRGOLA
Il punto e virgola viene utilizzato per segnalare una pausa più lunga di una virgola e più breve di un punto. Questo segno è usato da pochi e sottovalutato da molti, sebbene sia estremamente utile!
Vi mostro i casi più importanti da sapere per utilizzarlo al meglio:
- indica la fine del concetto espresso, ma non la fine dell’idea generale, cioè c’è un’interruzione nella forma, ma non nel contenuto della frase.
Per esempio: “Non ho molta voglia di giocare a tennis oggi, perché mi sono svegliata piuttosto presto e non sarebbe il caso di fare sport; vedere la tv, invece, mi rilasserebbe di più.”
Nella prima parte di questa frase, dico di non aver voglia di giocare a tennis e spiego perché, concludendo il concetto espresso, ma dopo aggiungo un’alternativa al tennis, la tv, che non è legata al tennis, ma fa sempre riferimento all’idea generale (come passare il tempo questa sera); - è utilizzato anche alla fine di ogni elemento di una lista, soprattutto quando questa lista è per punti, come le liste che vi sto proponendo in questo articolo.
5 – I PUNTINI DI SOSPENSIONE
I punti di sospensione sono sempre e solo tre! Indicano una pausa piuttosto lunga, più di un punto, e, come gli altri segni di punteggiatura, possono esprimere vari significati:
- fanno capire al nostro interlocutore che abbiamo un dubbio, che non siamo convinti al 100% di quello che stiamo dicendo:
Es: “Ho fame: forse dovrei mangiare qualcosa prima del pranzo… Mh, no, dai, aspetterò!”; - fanno capire che la persona che sta parlando/scrivendo, vuole prendersi una lunga pausa, magari per riflettere su cosa dire dopo o per far assorbire meglio agli ascoltatori o lettori l’informazione che precede i tre punti.
Es: “Mi dispiace… Dico sul serio… Non volevo ferirti… È successo così velocemente e non pensavo sarebbe stato possibile… Davvero…”; - esprimono la continuazione di un’enumerazione, un elenco, sostituendo il classico “eccetera”.
Es:“Abbiamo organizzato tutto per il matrimonio: vestito, anelli, ristorante, bomboniere, chiesa, invitati…”; - vengono usati per omettere parte di una parola volgare, un insulto o per evitarla totalmente.
Es: “Hai distrutto tutte le mie piante con quel coltello! Sei uno str…! Un vero e proprio… !”; - se messi tra parentesi quadre, indicano un “taglio” in una citazione.
Es: “La mia citazione preferita è: ‘“Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. […] Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.” di Oscar Wilde”.
6 – IL PUNTO INTERROGATIVO E IL PUNTO ESCLAMATIVO
Questi segni sono abbastanza semplici da utilizzare!
- il punto interrogativo è usato alla fine di una domanda.
Es: “Cosa possiamo fare per lei?”; - nelle domande indirette, invece, non va messo.
Es: “Mi ha chiesto se avessi visto suo figlio.”; - se messo tra parentesi indica incertezza sull’informazione che stiamo dando.
Es: “Dante Alighieri è nato il 21 maggio (?) 1265”. - il punto esclamativo, invece, si usa alla fine di una frase per enfatizzarla. Può esprimere rabbia (“Che palle! Non me ne va bene una oggi!”), sorpresa (“Ma che bel regalo! Non me lo aspettavo proprio!”), esasperazione (“È la quarta volta che ti chiamo! Non puoi ignorare sempre le mie chiamate!”), ordini (“Divertiti! Mi raccomando! E non tornare tardi!”);
- viene usato anche dopo le interiezioni.
Es: “Ah! Mi sono dimenticata di dirti che oggi non ci sarò a cena”
“Oh! Ma sei impazzito?”.
A questo proposito, volevo ricordarvi che se volete conoscere quali sono le parole più corte della lingua italiana – tra cui ci sono molte interiezioni come “ah”, “eh”, “oh” – non perdetevi il video che ho realizzato insieme al mio ragazzo proprio su questo argomento!
- la parola che segue il punto esclamativo o interrogativo deve sempre iniziare con una lettera maiuscola.
Es: “Che noia! Guardiamo un film? Magari quello nuovo con Brad Pitt?”; - per quanto riguarda la lettura, questi due segni, richiedono un tono di voce diverso.
Es: “Quanti amici hai!” vs “Quanti amici hai?”
7 – LE VIRGOLETTE
Le virgolette si usano:
- all’inizio e alla fine di una citazione.
Es: Socrate diceva: “Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso.” - all’inizio e alla fine di una frase riportata come discorso diretto.
Es: La preoccupazione sul volto del fidanzato fu evidente quando la ragazza gli disse: “Ne parliamo domani!”. - per indicare una parola o un’espressione che si desidera sottolineare o enfatizzare, come metafore, parole straniere, slang, parole gergali o espressioni dialettali.
Es: Ma non sarà un po’ “too much” tutta questa roba solo per noi due? - per segnalare, spesso in tono ironico, qualcosa di simile a qualcos’altro.
Es: Il mio amico Gianni è un “influencer”: ha 2000 follower su Instagram!
8 – LE PARENTESI
In italiano, ci sono 3 tipi di parentesi: le tonde (), le quadre [] e le graffe { }. Nei testi scritti, però, si usano soltanto le tonde, a parte il caso dei tre puntini nelle quadre che abbiamo visto prima.
Tutte e tre sono invece usate in matematica, ma se volete approfondire la matematica in italiano vi consiglio di guardare il video esclusivamente dedicato a questo argomento!
Ricordate inoltre che quando si trova una parola o una frase tra parentesi tonde, bisogna cambiare il tono della voce!
Prima di tutto, vediamo quando si usano e poi come si leggono:
- per isolare una parola o un gruppo di parole all’interno di una frase, perché esprimono un commento o un chiarimento.
Es: “Secondo la superstizione (non che io ci creda) se un gatto nero ci attraversa la strada, ci porterà sfortuna!”; - per aggiungere frasi che potrebbero essere tranquillamente eliminate dal testo, senza conseguenze per il concetto espresso.
Es: “Francesco (con cui tra l’altro non parlo da un anno) sta per tornare in città”.
Ci tengo a farvi presente che, in entrambi questi due casi, potremmo anche rimpiazzare le parentesi con delle virgole:
- Secondo la superstizione, non che io ci creda, se un gatto nero ci attraversa la strada, ci porterà sfortuna!
- Francesco, con cui tra l’altro non parlo da un anno, sta per tornare in città.
9 – I TRATTINI
Infine, abbiamo i trattini che, come il punto e virgola, creano parecchia confusione e nessuno sa mai come usarli. Si usano:
- per aggiungere o mettere in evidenza qualche informazione, praticamente come le parentesi che abbiamo visto poco fa.
Es: “Federico – nonostante tutti gli impegni – è riuscito a portare a termine il suo lavoro”; - in un dialogo, all’interno di un discorso diretto, per aggiungere qualcosa in più su chi parla e come parla (“Io credo – disse l’uomo con uno sguardo intenso – che tu sia la cosa più bella che mi sia mai capitata!”) oppure se la persona che sta parlando dice qualcosa a qualcun altro o fa una digressione (“Secondo me dovresti chiederle scusa – ahia! Questa tazza scotta! – perché sei tu che hai sbagliato!”)
Se invece volete imparare a scrivere un’e-mail formale, non perdete il nostro articolo dedicato proprio a questo argomento! Di questi tempi, si scrivono molte e-mail al giorno, pertanto non sarebbe una cattiva idea imparare come scriverne una correttamente!
Vediamo se hai appreso i contenuti di questa lezione! Prova a fare gli esercizi!
Podcast: Play in new window | Download (Duration: 19:29 — 17.8MB)
Iscriviti: Apple Podcasts | Google Podcasts | Spotify | Android | iHeartRadio | Stitcher | Blubrry | Podcast Index | Email | TuneIn | Deezer | RSS | Altri...
Perché si deve usare in questi casi!
Salve, ho una domanda in merito all’uso dei due punti.
1) Non mi è piaciuta la torta: era troppo asciutta.
2) Penso che salterò la cena e andrò direttamente a letto: ho lavorato tutto il giorno e sono stanchissima.
In questo caso, la congiunzione che sostituiscono i due punti è “infatti”?